La vera domanda da porsi è: devo o non devo?
Sembra infatti che entro fine mese arriverà il decreto, annunciato dal viceministro dell’Economia Luigi Casero, che renderà operative le sanzioni da erogare a tutti gli esercenti attività commerciali, imprenditoriali e professionali che non accetteranno pagamenti elettronici di importo superiore a 5 euro.
È stato proprio il viceministro Casero, in un’intervista a Repubblica, a fissare il termine (30 settembre) nonché l’importo delle sanzioni da pagare in caso di trasgressione (dovrebbero partire dalla misura minima di 30 euro).
I soggetti obbligati
Secondo indiscrezioni, il decreto in arrivo introdurrà multe per TUTTI i titolari di partita IVA non detentori di POS (Point of Sales), senza considerare che molte attività imprenditoriali, commerciali e professionali operano con clientela che non necessita di pagamenti via POS.
Possiamo fare numerosi esempi: società immobiliari, autotrasportatori, professionisti che operano esclusivamente nel settore B2B, consulenti finanziari, medici che lavorano presso strutture sanitarie ecc.
Si corre pertanto il rischio che, a causa di un obbligo esteso indistintamente a tutti i titolari di partita IVA, soggetti che di fatto non utilizzeranno mai tale strumento debbano sostenere inutili costi.
Il POS è pertanto uno strumento utile (e spesso indispensabile) per chi opera col consumatore finale ovvero per chi effettua operazioni di importo tale da poter essere regolato con moneta elettronica, trasformandosi invece in uno strumento tanto costoso quanto inutile per chi opera esclusivamente con clientela business, che può pertanto gestire tutte le riscossioni mediante strumenti tracciati senza necessità di ricorrere al POS .
Attendiamo dunque il decreto, sperando che vengano previste esenzioni oggettive e soggettive.
Costi, costi e… ancora costi
Uno dei problemi sollevati da imprese e professionisti è che l’obbligo di dotazione e utilizzo del POS genera, in questo periodo di perdurante crisi economica, ulteriori oneri.
Nello specifico i titolari di partita IVA dovranno sostenere un costo per l’acquisto ovvero un canone per “l’affitto” del terminale e commissioni (in percentuale al transato) per singola transazione effettuata.
Se, come dichiarato, l’obiettivo dell’obbligo del POS è quello di contrastare l’evasione fiscale, non si comprende perché i costi debbano essere sostenuti esclusivamente dai contribuenti; sarebbe corretto introdurre agevolazioni atte ad azzerare (o quantomeno ridurre) gli oneri bancari in capo all’imprenditore.
Non solo svantaggi
Nonostante i problemi sopra delineati, i benefici dei POS sono di non trascurabile rilievo.
L’imprenditore è infatti liberato dalla gestione del contante, eliminando così il rischio di ricevere banconote false nonché il rischio di furti e rapine.
Attendiamo ora la pubblicazione del decreto, con la consapevolezza che esercenti esercizi pubblici, commercianti al dettaglio e la maggioranza dei professionisti dovranno affrettarsi a “regolarizzare” la propria posizione e ricordando che l’obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica è già operativo e che, nel caso in cui l’imprenditore ne fosse sprovvisto, si determinerebbe la fattispecie della mora del creditore (in altre parole: non ti pago finché non ti doti di POS).